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LA MESSA A 4 CON ORCHESTRA
Siamo nell’anno 1880, Verga pubblica la
sua prima raccolta di racconti Vita
dei campi e Johanna Spiry, sulle
rive del lago di Zurigo, conclude uno
dei suoi più celebri capolavori che ha
come protagonista una bambina destinata
a diventare famosa in tutto il mondo e
che risponde al nome di Heidi; sotto il
caldo sole partenopeo le parole di
Giuseppe Turco e la musica di Luigi
Denza si incontrano per dare vita alla
celeberrima Funiculì Funiculà e,
dall’altra parte del mondo, Edison
deposita il suo brevetto della lampada
elettrica ad incandescenza.
In questo contesto, così variegato e di
fervore intellettuale, dobbiamo
immaginare un giovanissimo Giacomo
Puccini, che alle prese con la sua
“prova finale” di diploma in
composizione all’Istituto Musicale
Pacini di Lucca, decide di comporre una
Messa, suo primo grande lavoro per
complessità ed estensione. Forse non è
un caso che scelga proprio una
composizione sacra per concludere il suo
percorso di studi ed inaugurare, allo
stesso tempo, la sua carriera. Suo
padre, Michele Puccini, apparteneva ad
una famiglia che, da generazioni, si
tramandava il ruolo di Maestro di
Cappella del Duomo di Lucca, quindi
molto vicina alla musica ed in
particolare all’ambito sacro. Ma il
destino di Giacomo, non era quello di
compositore di provincia: la musica lo
porta a Milano, in Conservatorio, e poi
a Teatro, e quindi all’opera, genere nel
quale esprimerà a pieno il suo talento.
La Messa a 4 con orchestra viene
eseguita per la prima volta il 12 luglio
1880 in occasione della Festa di San
Paolino, Patrono di Lucca e poi, per più
di 70 anni, lasciata in silenzio
malgrado il suo successo. Si dovrà
attendere Dante Del Fiorentino, un
sacerdote italo-americano, che conosce
Puccini, ormai anziano, a Torre del Lago
e sviluppa per lui un’ammirazione tale
da indurlo a raccogliere ed acquistare
manoscritti pucciniani durante una sua
visita in Italia nel secondo dopoguerra.
Dalla famiglia Vandini acquista una
copia della Messa (oggi chiamata appunto
copia Vandini) e, tornato a New
York, si occupa della pubblicazione
della partitura presso la Casa Editrice
Mills Music (1951) e della sua
esecuzione (Chicago, 1952).
Resta immotivata la scelta operata dallo
stesso Del Fiorentino o dalla casa
editrice del titolo Messa di Gloria
che indica per convenzione una Messa che
include solo le prime due sezioni
dell’ordinario, Kyrie e Gloria.
Pur dando ampio spazio al Gloria,
la composizione pucciniana è completa di
tutte le parti dell’ordinarium missae
e il titolo è dunque fuorviante.
Pur trattandosi di una composizione
giovanile, nella Messa a 4 con
orchestra Puccini svela uno stile
compositivo elegante e una spiccata
sensibilità verso la profonda unione tra
testo e musica, che si rivelerà
fondamentale ed emergerà pienamente
quando approderà all’opera. Non è
infatti un caso che la melodia del
Kyrie verrà ripresa nell’Edgar
e che alcuni temi dell’Agnus Dei
si ritrovino nella Manon Lescaut.
Se, come detto, al Gloria viene
dato ampio respiro tanto da occupare
buona parte della composizione, val la
pena menzionare che nel Credo
Puccini inserisce una parte scritta per
la sola sezione dei Bassi all’altezza
del Crucifixus, talvolta eseguita
da un solista, proprio a sottolineare la
tragicità e gravità del momento.
L’incalzante tappeto di crome al basso e
crome puntate con biscroma nel momento
del passus enfatizzano forse il
tentativo di mimare il respiro
intermittente e faticoso del Cristo
morente in croce.
Puccini lascia dunque intravvedere,
malgrado la giovane età, il suo gusto
raffinato e la sua capacità di entrare
nel testo, farlo proprio e restituirlo
arricchito attraverso la musica.
Evelina Bernasconi
CORO CITT@ DI COMO - NEWS
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